Quando si parla di Bruce Mclaren, e della scuderia da lui fondata, si parla di leggenda, di storia e di tradizione in F1.
La Mclaren è una scuderia che ha disputato più gran premi in F1 di qualunque altro team, subito dopo la Scuderia Ferrari, che partecipa al campionato mondiale di F1 dalla prima edizione del 1950.
Con 8 titoli mondiali costruttori eben 12 mondiali piloti, la Mclaren è dunque una delle più importanti e prestigiose scuderie della F1, anche se il suo presente è avaro di successi. La squadra, con sede a Woking (GB), ha avuto alla sua guida fra i più grandi piloti della storia: piloti di altissimo calibro come Fittipaldi, Hunt, Lauda, Prost, Senna, Hakkinen, Hamilton..
Ma soprattutto,in special modo negli anni 80′, dalla sede di Woking sono uscite fra le auto più iconiche e leggendarie della storia di questo sport. Tra queste vetture, la più grande di tutte, capace di annullare completamente la concorrenza, di aggiudicarsi ben 15 Gran Premi su 16, e di portare a casa ovviamente entrambi i titoli, è la Mclaren MP4/4 del 1988.
CENNI STORICI
La seconda metà degli anni 80′ in F1 vide il dominio dalle squadre inglesi Mclaren e Williams, con almeno uno dei due team che vincerà almeno un titolo in F1 fino al 1994. Il campionato 1987 fu vinto da Nelson Piquet su Williams motorizzata Honda, in una battaglia interna contro il suo compagno di team Nigel Mansell. La F1 in quell’epoca viveva nell’era dei motori turbo, con Mclaren che vinse i titoli del 1984, 1985 con i motori turbo della Porsche.
Il 1987 fu una stagione difficile per la Mclaren, che non riuscì a ripetere i successi degli anni pregressi, pagando il confronto con la Williams-Honda, e di un motore TAG Porsche che non era più affidabile. Ron Dennis, all’epoca a capo della scuderia, perse nel 1986 il progettista John Barnard, che passò alla Ferrari. In Mclaren approdò il sudafricano Gordon Murray, il famoso progettista della deludente Brabham BT55 del 1986. Con l’addio di Barnard, Ron Dennis corse ai ripari ingaggiando Murray, che ricoprì il ruolo di consulente tecnico di Steve Nichols, capo tecnico Mclaren.
I concetti visti sulla Brabham BT55 erano quelli di una vettura dal baricentro basso, con un muso piatto e stretto. Tuttavia il motore 4 cilindri in linea BMW che equipaggiava la Brabham peccava di affidabilità e non ottenne risultati. Tuttavia Murray e Nichols ripresero questi concetti, estremizzandoli ulteriormente, anche per il 1988. Per quella stagione inoltre la Mclaren aveva definitivamente abbandonato i motori Porsche, per passare a motori turbo della Honda, che a sua volta aveva terminato la collaborazione con la Williams. Il 1988 sarebbe stato l’ultimo anno dei motori turbo in F1 per regolamento, che fino a quell’anno permetteva l’utilizzo sia di motori aspirati di 3500 cc (senza limiti di consumo), o motori turbo ma con limite di 150 litri di carburante e una turbina tarata massimo per 2.5 bar.
Altra novità per Mclaren nel il 1988 fu l’ingaggio del brasiliano Aytyon Senna Da Silva dalla Lotus, che assieme al due volte campione Alain Prost rendeva la Mclaren la squadra con la coppia di piloti migliori del circus.
Questo mix fu il fautore del dominio assoluto che la Mclaren MP4/4 ebbe in quella stagione, in un’annata magica per la squadra di Ron Dennis, nella quale solo un doppio ritiro a Monza non permise alla scuderia di vincere tutti i gran premi.
AERODINAMICA E TELAIO
La Mclaren del 1988, come oramai dal 1981, possedeva un telaio monoscocca in fibra di carbonio a struttura honeycomb, che riduceva drasticamente il peso della vettura rispetto al tradizionale metallo. La vera novità era appunto la sezione frontale molto piatta, con una riduzione dell’ingombro frontale del 30%, che Murray e Nichols studiarono appositamente per avere una vettura dal baricentro basso. Questa scelta progettuale imponeva il pilota di tenera un posizione di guida quasi sdraiata, un po’ come le monoposto odierne.
La vettura rispose molto bene a questa soluzione, in quanto la resistenza all’avanzamento era molto bassa, e sul dritto la Mclaren era sempre fra le vetture che faceva registrare le velocità di punta più alte. La sezione stretta del muso al contempo permetteva di aumentare la superficie dei profili alari dell’ala anteriore, che aveva degli endplate che si innalzavano notevolmente in direzione delle ruote.
L’ala posteriore era dall’impronta importante, molto alta, e sorretta da due piloni di sostegno verticale, generava gran parte del carico. Soprattutto aveva la funzione, assieme alle imponenti ruote posteriori, di trasmettere la potenza, e la coppia del motore Honda turbo compresso, a terra. Con la Mclaren MP4/4 Mclaren restremò molto la zona posteriore, detta “coca-cola”, per migliorare l’efficienza dell’estrattore. Nell’arco della stagione Mclaren utilizzerà conformazioni aerodinamiche di ala posteriore molto diverse fra loro, a seconda del carico richiesto. Un’ala posteriore per Montecarlo, rispetto a una per Monza, aveva non sono un’incidenza maggiore, ma anche numero il numero di elementi superiore.
La carrozzeria era molto leggera e interamente in carbonio, e avvolgeva tutto il telaio e il motore. Infatti all’epoca per regolamento lo chassis non poteva ricoprire il ruolo di carrozzeria. Da notare la completa assenza della presa d’aria sopra la testa del pilota (air scope) che verrà introdotta la stagione successiva per sovralimentare con una portata d’aria maggiore i motori aspirati.
MOTORE E CAMBIO
Il marchio Mclaren in F1 è spesso associato a quello Honda, proprio in virtù della collaborazione pluri-vincente nata nel 1988. L’ultima Mclaren dell’era turbo era equipaggiata dal un V6 a 80° modello RA 168E, da 1.5 litri con turbo compressore. Mclaren studiò una versione B della precedente Mclaren MP/3 per testare per la prima volta il motore Honda sulla propria vettura, ricercandone prestazione e affidabilità.
Il propulsore della casa giapponese era in grado di sprigionare quasi 700 cavalli di potenza, con un regime di rotazione di 14.000 giri al minuto, con valvola della turbina regolabile a seconda delle condizioni fino a 2.5 bar di pressione. Il rapporto di compressione era 9.4 a 1, con 4 valvole per cilindro e con una sovralimentazione a due compressori IHI. Il motore raggiunse con Mclaren una discreta affidabilità per l’epoca, facendo dimenticare alla scuderia di Woking il calvario dei ritiri dell’anno precedente. Il sistema di raffreddamento era reso efficace dai due radiatori posti appena dietro al telaio, nelle fiancate, che aprivano degli sfoghi nella carrozzeria.
Il cambio era prodotto direttamente dalla scuderia inglese, con sei rapporti più retromarcia. Prodotto in collaborazione con la Wissmann il cambio era a disposizione longitudinale, di tipo standard ma estremamente affidabile. Essendo manuale in F1 a quell’epoca la frizione era ancora a pedale, a triplo disco e idraulica, e la leva del cambio era posta sulla destra dell’abitacolo.
SOSPENSIONI, IMPIANTO FRENANTE E DIMENSIONI
Uno dei segreti di questa monoposto risiedeva anche nel sistema sospensivo, che permetteva alla vettura di avere un assetto quasi sempre stabile. All’anteriore lo schema sospensivo a pull rod, a tirante, soluzione che Mclaren manterrà fino al 1990. Lo schema posteriore invece push rod, a puntone, con i classici triangoli sovrapposti. La scelta dello schema push rod al posteriore era insolita e aveva lo scopo di permettere alzare la posizione dei semialberi. Gli ammortizzatori erano della Showa, regolabili dall’abitacolo a disposizione verticale a gas.
I freni erano a dischi in carbocaramica, con doppie pinze, soluzione introdotta da John Barnard sulle precedenti Mclaren. I cerchioni anteriori erano di 13″ per 11,5″, mentre al posteriore le grandi gomme posteriori erano provviste di cerchi da 13″x 16.3″.
La Mclaren MP4/4 aveva un passo abbastanza ampio, per un totale di 2876 mm, con una lunghezza totale della vettura di 4450 mm. Le carreggiate erano dettate dal regolamento, per una misura complessiva di 1823 mm all’anteriore e 1670 mm al posteriore. Con un serbatoio dalla capacità di 150 litri, il peso totale della vettura era di circa 540 Kg.
RISULTATI IN F1
Il campionato di F1 del 1988 fu teatro di uno dei più grandi domini sportivi della storia, con la Mclaren MP4/4 che dava un distacco quasi imbarazzante alle avversarie. Il mondiale piloti fu una questione privata fra i due alfieri della scuderia di Ron Dennis, che porterà alla grande rivalità fra Senna e Prost. Il brasiliano aggiudicandosi 8 gran premi su 16, diventerà per la prima volta campione del mondo, spuntandola sul francese Prost. La conquista del titolo arriverà in una gara magistrale a Suzuka, gran premio di casa della Honda.
In 16 gran premi la Mclaren MP4/4 otterrà 15 vittorie, 15 pole position, e ben 10 doppiette. La conquista del titolo costruttori sarà un formalità, e nonostante il cambio di regolamenti per i motori per la stagione successiva, il dominio della squadra di Ron Dennis continuerà fino al 1991. La Mclaren del 1988 fu una vettura in grado di ottenere risultati straordinari, entrando nell’albo d’oro della F1 come la prima auto mondiale di Senna, e la Mclaren migliore di sempre.