L’alba della nuova era della F1 è già in atto e l’osservata speciale non può che essere la Ferrari, proveniente da due stagioni deludenti per il suo blasone ma comunque in crescita nel 2021. Adesso, però, le chiacchiere stanno a zero e non ci si può più accontentare di obiettivi parziali.
Nella stagione del grande cambiamento la Rossa deve riprendere a marciare ad un ritmo all’altezza del suo nome. Non vince un Gp da due anni, marca visita da un titolo mondiale dal 2008. I tifosi sono stanchi di attendere. Ne hanno tutte le ragioni perché qui si rischia di replicare il più lungo periodo di digiuno iridato in F1 tra il 1980 e il 1998: 18 anni. Adesso ne contiamo già 12.
La credibilità della Ferrari si conquista mantenendo le promesse di riscatto
Al di là dei numeri, ciò che la moltitudine di fan chiede alla Ferrari si traduce in una sola, importantissima parola: credibilità. Le promesse vanno mantenute. Da due anni gli attuali vertici rossi stanno sbandierando che il riscatto di Maranello avverrà proprio ora. E allora che sia davvero così. Nel 2022 la Ferrari potrà anche non vincere il Campionato ma è obbligata almeno a dimostrare di giocarsela in vetta con prestazioni e risultati convincenti che si chiamano successi.
Alla Ferrari manca un leader carismatico
Da troppo tempo ormai in Ferrari manca una stagione da protagonista, da troppo tempo si vivacchia all’insegna delle incompiute. Questo non è più accettabile fermo restando che, da troppo tempo ancora, dopo la morte di Marchionne c’è la sensazione che non ci sia una figura carismatica ai vertici della Casa.
Il classico leader che faccia rispettare il brand Ferrari in F1 e che dia la direzione giusta in merito ad organizzazione, metodo, tecnologie e scelta delle persone giuste. Il terzo gradino del podio nel Mondiale con zero primi posti è brodino ormai avariato. “Noi siamo qui per darvi delle vittorie, il resto è tutta roba che non ci interessa”, diceva patron Enzo. Appunto…