In Australia l’Alpine dimostra di crescere di gara in gara e si candida al ruolo di quarta forza del mondiale. Alonso sfortunato e sprecone, mentre Ocon ne approfitta e scappa.
Sono passate solo tre gare dall’inizio del mondiale di F1, ma ci sono già elementi sufficienti per tracciare una prima gerarchia nel paddock. E se davanti la Ferrari sembra prendere il largo, dietro il gruppo si sta pian piano compattando. Una lotta feroce, da cui l’Alpine vuole provare a emergere vincitrice. La vettura sembra rispondere molto bene, mostrando progressi costanti settimana dopo settimana. Ma nonostante questo, dal weekend australiano il team francese torna con qualche rammarico di troppo: sì, perché con Fernando Alonso c’era la possibilità di giocarsi un risultato straordinario. Ma la sfortuna (e gli errori) dello spagnolo hanno costretto la scuderia di Enstone ad accontentarsi del settimo posto dell’ottimo Esteban Ocon, saldamente primo nella “classifica degli altri”.
ALPINE, LE BASI CI SONO: UN BUONO SVILUPPO PER SOGNARE
Oltre a big come Ferrari, Mercedes e McLaren, tra le macchine che sono cresciute di più rispetto all’esordio in Bahrain c’è indubbiamente l’Alpine. I riscontri avuti nei test, seppur in ritardo, si sono rivelati veritieri: l’A521 si comporta molto bene in ogni condizione, denotando un ottimo bilanciamento tanto sul giro secco quanto sul passo gara. La sensazione è che con un corretto sviluppo si possa davvero sognare in grande, guardando magari a qualcosa in più del ruolo di quarta forza del mondiale. Restano, comunque, dei limiti su cui ancora serve lavorare: su tutti, il problema dell’affidabilità può condizionare molto il resto della stagione. I tre propulsori già usati sulla vettura di Fernando Alonso sono una spada di Damocle pronta a cadere sulla testa di tutto il team.
ALONSO, OCCASIONE SPRECATA. OCON RINGRAZIA E SCAPPA
Detto della bontà della vettura, bisogna menzionare anche i risultati ottenuti dai due alfieri dell’Alpine. E specificamente per il Gp d’Australia, il responso è dolceamaro. Dolce sicuramente per Esteban Ocon, bravissimo a sfruttare tutto il potenziale della sua monoposto per artigliare un buon settimo posto, da cui ha ricavato punti, fiducia e il titolo platonico di “primo del mondiale degli altri”. Amaro, a tratti amarissimo, per Fernando Alonso: nonostante un approccio sensazionale, con tempi vicinissimi a quelli di Ferrari e Red Bull, il week-end australiano per l’asturiano ha preso una piega negativa. Prima l’incidente nel Q3, proprio nel momento in cui stava per conquistare la pole provvisoria. E poi la sfortuna in gara, quando la seconda safety car ha rovinato la sua strategia. Un doppio colpo duro da incassare, che aumenta rimpianti e svantaggio dal compagno di squadra. Ma c’è da giurarci: Nando tirerà fuori il leone che è in lui per risalire. Magari già dal prossimo appuntamento ad Imola, pista che ama particolarmente.