Ancora una pole sensazionale, ancora un giro da marziano pennellando da maestro le pieghe di Montecarlo che fondono sapientemente aggressività e precisione. Osservando Charles Leclerc su questa pista così inedita sia dall’esterno che dall’onboard della sua “bestia”, la F1-75, a più di qualcuno saranno venuti i brividi. La mente ha infatti avvicinato questo stile a quello stesso di colui che, nella sua epoca, era il capo indiscusso della pole: Ayrton Senna.
Non a caso chi ha visto correre l’indimenticato campione brasiliano pone il parallelo proprio sulla leggendaria pista che si affaccia sulla Costa Azzurra. Perché è qui, sulle anguste stradine del Principato, che Magic faceva cose escluse alla generalità dei piloti, anche quelli bravissimi. Era un alieno, un fenomeno del giro secco e Leclerc, oggi, ne è il suo erede naturale. Ormai in qualifica non lo prendono più. Ha un ritmo inarrivabile per chiunque, non sbaglia un colpo.
Ha raggiunto quello stato di grazia vicino alla perfezione in cui l’eccellenza gli riesce con continuità, con o senza pressione addosso. Dato quest’ultimo molto importante perché è facile sbagliare quando hai un solo colpo in canna a Barcellona in un minuto e mezzo e rischi di partire decimo. Oppure quando, come ieri, sai che il miglior tempo a Montecarlo è l’80% della vittoria e che, quindi, ti stai giocando tutto. Eppure non è stato scalfito minimamente neanche da questo fattore.
Charles Leclerc si trova in quella stessa condizione privilegiata di cui parlava Senna all’apice del successo in F1 con la Mclaren. Per Ayrton, poi, era sorretta da un profondo misticismo ma quello stato della mente che ti fa fare tutto ciò che vuoi sull’asfalto è lo stesso che permea Leclerc. Che, nel giro da qualifica, lo mostra solitario, in lotta soltato con se stesso semplicemente perché nessun altro è al suo livello in quella situazione.