Il Gran Premio del Messico ha messo i tifosi della Rossa di fronte alla peggior Ferrari della stagione. Dall’illusione mondiale, dopo le prime gare, si è arrivati ora ad essere la terza forza in pista, dietro a Red Bull e Mercedes. C’è qualcosa che non va e non può essere tutta colpa del Budget Cap!
Il 2022 doveva essere l’anno del ritorno della Ferrari tra i grandi della Formula 1. L’obiettivo dichiarato era tornare a vincere delle gare e a lottare per i due campionati, piloti e costruttori. Il cambio di regolamento e i “sacrifici” fatti negli anni passati, per privilegiare il progetto che ha portato alla nascita della F1-75, erano due mantra sui quali la gestione e la comunicazione di Mattia Binotto aveva puntato tutto.
L’illusione però è durata poco, pochissimo. Un inizio di mondiale da sogno, aperto con una doppietta e con una monoposto superiore a tutta la concorrenza. Nulla più di questo però. Alle tante pole position (12) hanno fatto seguito solo 3 misere vittorie. Alla crescita di Red Bull prima e Mercedes poi, la Ferrari ha purtroppo risposto con ritiri per problemi tecnici, errori di piloti e muretto box, penalizzazioni per continui cambi di elementi della Power Unit (il doppio rispetto a quanto previsto dal regolamento!) e la consueta cronica difficoltà a portare sviluppi all’altezza degli avversari nella seconda parte di stagione.
Il risultato è la Ferrari che abbiamo visto ieri in Messico, la peggiore della stagione 2022. Alle difficoltà sul passo gara, che abbiamo già visto parecchie volte quest’anno, si sono aggiunte quelle in qualifica. Tutto questo ha trasformato Charles Leclerc e Carlos Sainz in due svogliati taxisti con il sombrero, impegnati in una gara quasi in solitario tra Red Bull e Mercedes che volavano là davanti e gli altri sette team che, alla faccia del nuovo regolamento che doveva livellare i valori in pista, partecipavano ad una altro campionato!
Il manifesto però della resa della Scuderia Ferrari è, ancora una volta, nelle parole di Mattia Binotto. Il Team Principal della Scuderia di Maranello, non presente in Messico per non si sa bene quali impegni, ha parlato ancora una volta di “dati da analizzare”! Siamo alla gara numero 20 e, caro Mattia, non avere spiegazioni per la débâcle messicana è un evidente segnale di dove stanno i problemi della gestione sportiva di Maranello.
Anziché fare inutili dichiarazioni contro lo sforamento del Budget Cap da parte di Red Bull, sarebbe invece più utile fare autocritica e capire come mai i soldi spesi anche quest’anno per lo sviluppo della F1-71, durante la stagione, non sono serviti a nulla, se paragonati invece agli step in avanti fatti da Red Bull e Mercedes. La Scuderia che, dopo le prime gare, era data come la favorita per il titolo, si trova ora con un imbarazzante ritardo dal team Campione del Mondo 2022 (-209 punti) e con sole 40 lunghezze di vantaggio da Mercedes.
Quando mancano due gare alla fine del mondiale 2022, il malessere tecnico che attanaglia gli uomini di Binotto potrebbe essere fatale. E mentre da una parte c’è una Mercedes in crescita costante e pronta a tornare ad essere protagonista e antagonista di Red Bull nel mondiale 2023, dall’altra c’è una Rossa opaca, sbiadita, priva di idee, di sviluppi, di una direzione e ancora alle prese con un’affidabilità che tarda ad arrivare anche se ora la “potenza” non è più da primi della classe!